Prefazione a Gymbro

Questo progetto non deve essere visto come un libro. Questo non è un

trattato anche se immagino non siano queste le premesse a cui nessuno

fosse arrivato.

La realtà corporea incarnata del fenomeno dei Gym bro è duplicemente

interessante in quanto il corpo nell’arte ma anche e soprattutto nella realtà

hanno una relazione simbiotica.

Essendo io, intenzionata ad avvicinare sempre la realtà empirica all’arte

anche se questo non è un concetto ma una pura visione, cerco di osservare

il reale e avvicinarlo in ogni mia possibile azione artistica.

In corpore poco sano

Il corpo, come già articolato successivamente, ha la portata di avvicinarsi

agli stati psichici ed essendo anch'esso partecipante non può separarli,

e ciò perché è già intrinseco; questo in una realtà in cui la stessa realtà

umana non è più relegata ad alcun limite.

Il corpo è atto d'una necessaria finitezza dell'umano che lo consacra a

essere eternamente vulnerabile; questa è forse la sua miglior possibilità. Il

corpo perciò ha sempre creato della dissonanza iniziando anche solo dalla

decisione di dividerlo in due fazioni.

Uno dei più famosi quadri che riassumono questa evidenza è di Courbet

datato 1866. La possibilità dell'arte che mi ha maggiormente colpito

nel dipinto è la visione per cui attraverso la fedele rappresentazione di un

particolare anatomico realistico si leghi il titolo, ciò lo rende un'opera capitale.

Nell'arte concettuale contemporanea la descrizione, la parola è

sempre legata al lavoro. Anche la parola è parte dell’opera, non c’è separazione.

Ne L'Origine del mondo si trova una rappresentazione della stesura

contemporanea in cui al titolo, che io vedo come un concetto manierista,

si sviluppi una visione del mondo.

Il mondo come sinolo indelebile in cui la nostra identità si snoda fra la

nostra soggettività incarnata e percepibile attraverso il corpo nella quale il

corpo non è solamente struttura, ma diviene oggetto della stessa realtà vissuta;

il corpo visto come un'univoca struttura umana e mai divisibile.La

funzione del corpo allora diviene sviluppo, non può essere solamente diviso

in funzioni basali, ma anche nelle motivazioni psichiche in cui ciò si articola.

Il corpo come situazione materica della nostra realtà totale ha un'origine

antica nel sodalizio di kalòs kai agathòs greco.

La bellezza del corpo si avvicina al sinolo della tecnica di Heidegger in

cui il sodalizio delle parti porta al tutto senza dover gerarchizzare le parti.

Il corpo nell'ottica del fenomeno dei Gym bro obbliga però ad un enorme

paradosso in cui il corpo diviene oggetto del sociale, ma essendo insanabilmente

l'essente in sé porta il soggetto ad oggettificarsi.

Il corpo del Gym bro è un corpo politico in cui la realizzazione dell'essente

ha delle trascrizioni sulla propria stessa carne già classificate; ogni

singolo elemento di questi soggetti è sottoscritto a vigilanza. Ogni frammento

dell'essere diviene vendibile secondo la legge del profitto, forse è

l'esplosione della proprietà. La proprietà che sembra sfuggire alla generazione

dei soggetti.

La casa ha sempre rivestito un contenuto simbolico non solamente

strutturale. La possibilità di ottenere uno spazio in cui far vivere la propria

esistenza, poi estesa alla propria discendenza, ha specie nell'Italia preindustriale

un valore imprescindibile.

La violenza statale ancora impostata nella semi-schiavitù della mezzadria

obbligava a desiderare una parcellizzazione parastatale in cui i nuclei

di potere erano quasi esclusivamente familiari. La realtà del capo famiglia

è ben spiegabile inscrivendo così la riflessione. Questo però induceva alla

creazione di un'identità radicata, che aveva la necessità di scegliere cosa

essere. La tecnica diventava parte stessa del soggetto che la esercitava, la

professione.

Nell'epoca contemporanea l'essere è fluttuante, liquido, qui riprendo

Bauman, allora, non è più possibile vedersi in un luogo, in uno stato in cui

esercitare una tecnica che ci esprime. L'uomo diviene un flusso che può

sempre liquefarsi, sgusciare sotto la porta. Il corpo allora è il vero oggetto

dell'abitare.

La figura dell'uomo che come unico avere possiede una valigetta non

crea più povertà, ma infinita ricchezza. Il film La ricerca della felicità deve

essere rivisto nell’ottica per cui la potenza è la proprietà di mimetismo, la

forza di ottenere sempre possibilità.

La potenza non è nell’avvenire, non vi è più un avvento ma un constante

avvenimento.

 

Una considerazione interessante ed eloquente è la visione della relazione

che non è più vista come un obbligo sociale.

La generazione post bellica aveva come obbligo morale, anche per l'importanza

simbolica che rivestiva la famiglia, di sposarsi come sodalizio

simbolico dell'esistere. Il matrimonio non aveva solo la funzione economica,

ma emergeva dalla sfera preindustriale in cui la casa aveva una forza

totalizzante sulla possibilità di scelta del singolo, perciò l'unione era un

naturale arrivo di vita del soggetto.

L'idea del singolo individuo è un concetto che in potenza esiste da tempo

immemore, ma nella pratica esiste da 70 anni. La possibilità della forza

totalizzante dell'arbitrio non aveva mai affascinato tanto i soggetti preindustriali,

forse li aveva tentati, ma mai sedotti. Il lessico che ho appena

adottato non è casuale, la sfera erotica non aveva, nel simbolismo, una

natura istintuale, ma era iscritta in un codice: regole doverosamente necessarie.

È interessante pensare alla realtà di Versailles in cui singolo gesto era

arbitrato. Con il termine arbitrato intento dire che ogni gesto veniva schedato,

scartabellato, significato.

Tutte le azioni anche le più semplici non potevano essere implicite, ma

esplicite e sorvegliate da agenti arbitranti, ovvero gli stessi soggetti che

vivevano la realtà. È difficile immaginare di dover siglare ogni pezzetto di

realtà. La stretta di mano, il più piccolo cenno con il capo, aveva un significato

inequivocabile perché parte di un codice. Se si volesse estendere la

riflessione, emerge chiaro quanto questo modo di vivere muti anche la

stessa forma in cui le percezioni si esprimano.

È forse affascinante denotare le differenze fra le realtà passate e attuali,

immergendoci nell'univoco pensiero per cui i soggetti, che ne sono partecipi,

sono per molti aspetti medesimi.

È possibile comprendere le motivazione per cui determinati codici siano

stati creati ed è perciò possibile, vista propria la possibilità di comprensione,

l'immedesimazione.

Una delle serie Netflix più viste del 2023 è stata Bridgerton, in cui le vicissitudini

dell'alta borghesia, fortemente rimaneggiata, ambientata

nell'età della Reggenza in Inghilterra, viene documentata riecheggiando

poi nelle menti dei contemporanei.

È forse la meraviglia del codice che emerge in Bridgerton e che affascina;

è probabile che la fascinazione nasca dall'osservazione di quel mondo,

di cui è possibile avvicinarsi cercando di fare bagaglio da inserire poi nel

curriculum vitae.

Forse Bridgerton suona così bene perché parla di codici simili a quelli

che sono arrivati frammentati dai genitori e dai nonni. I soggetti contemporanei

esperienziano in una duplicità di modi che non sono facilmente

comprimibili a parole. I soggetti contemporanei subiscono la paternità di

Wittgenstein e di Artuaud. Si vive nel teatro della crudeltà, in cui ogni oggetto,

su cui si posa l'esperienza estetica, si posa sull'universalità; ogni frammento

di realtà è paradossalmente soggettivo ma essendo tale per ogni

esperienziante diviene universale.

È forse impossibile contare un punto fermo in cui inscrivere un concetto

nemmeno nella forma. Ogni forma di parola, anche solo nella pronuncia,

non sfiora la possibilità di verità e perciò nemmeno la possibilità di

fissarla, per poi poterla espandere tramite la dialettica.

Il trend, le vibes sono i connotati che ne emergono esperienze sensoriali

che convogliano e rilasciano esperienze ibride e sempre possibili. Le

olimpiadi ne sono un esempio lampante, la pugile algerina ha creato uno

scontro inesprimibile. Dico inesprimibile perché le fila dei discorsi che si

sono formulati, anche se divisi, riecheggiano come vacui; manca proprio

la definizione.

La pugile algerina ha lottato per le qualificazione con la pugile italiana

e l'ultima si è sottratta al match perché riteneva di essere stata colpita

troppo violentemente.

La violenza però, elementare nella box, non era un puro atto ma aveva

un simbolo. Il corpo che aveva sferrato i pugni era di un soggetto che ha

diviso, la sua genetica si scontra con un'eticità che non è mai divenuta

globale. La pugile algerina è intersex come forma, la sua costituzione genetica

è stata centrale per descriverla.

Qui allora l'interrogativo si scontra su un peso massimo dell'etica contemporanea,

ovvero come noi definiamo l'essere umano.

L'uomo, la donna sono soggetti politici a cui forse non basta la teoretica

a far fronte all'incognita ma qualcosa di più. Se noi immaginiamo anche

sapendo essere un discorso stonato la visione solamente strutturale dell'umano

allora la divisione duale può ancora reggersi ma se cerchiamo di

dar forma al pensiero condensandolo anche nella realtà empirica qualcosa

non suona.

Anche l'elemento naturale concede quella zona grigia ovvero l'intersessualità.

Immagino di star commettendo degli errori inserendo l'essere intersessuale

in una sfera solamente etica ma continua a risuonarmi fortissimo

quella costruzione sintattica della stessa costruzione: l'essere.

La scelta di vedere anche la zona grigia in un mondo dualista è un bug

di sistema. La realtà dualista è un sistema sintetico tanto quanto lo è un

sistema operativo. La costruzione dualista è tale di MacOS e Android.

L'unica vera aberrazione è proprio pensare che il sistema non sia umano,

cagionevole.

Forse tutto quello che nella vicenda era scrivibile era cercare di capire

secondo quale metodo si dovesse scegliere di agire, rimane un problema

metodologico, il taglio da dare al reale e sopratutto a quale reale.

Le olimpiadi forse sono troppo codificate per non trascendere esse stesse

dal loro stesso chiuso codice. Forse non è più un mood possibile, non

suona più a nessuno.

 

Ritornando ai Gym bro allora capiamo come il corpo sia cifrato, sia

stringente e forse è più chiaro capire perchè catalizzi così tanto; quella dei

Gym bro è una scelta metodologica è la scelta arbitrata, reazionaria di

scegliere quel dato codice. Gym bro è un codice.

I parchi giochi sono luoghi di sacro gioco in cui si impara ad esperienziare,

perciò sono creati per i soggetti in potenza: i bambini. Bambini

giocano fra loro e fra i Gym bro essenti che hanno scelto di essere atto in

potenza.

È peculiare sbirciare i parchi giochi di ogni parco italiano vedendo la

mistura di essenti che lo vivono: i bambini sdentati urlano lanciandosi un

pallone, creano scenari fiabeschi nelle loro rocca forti-giocattolo e forse

accolgono come fanti o cavalieri i Gym bro che utilizzano le sbarre delle

loro grate o la corda del loro ponte levatoio.

Quella che ho cercato di descrivere è un'immagine che descrive possibili

episodi reali che naturalmente mostrano una convivenza che ha una valenza

simbolica, la mia storiella non ha dei nomi propri, non ha dei sottoboschi. La

mia è una storia i cui soggetti sono proprio delle maschere simboliche.

Anna Pepe nella canzone Bellissima, hit 2024 per giovanissimi, usa questo

simbolismo; nel video clip appare un enorme uomo corpulento. I

bambini forse avranno già nelle loro fantasticherie questi simboli.

 

La miglior pubblicità del secolo sembra essere L'attesa del piacere è in sé il piacere.

L'attesa però è solo una parola vacua in cui la forza del presente è sempre

sole cocente. Il concetto dell'arte contemporanea non può mai esulare dal suo

apparato letterale perché in esso si verifica la sua capacità di comprensione,

senza però chiudere il concetto che sarebbe così oggetto di censura.

La portata dello stesso titolo crea la possibilità di inscrivere la storia

dell'uomo dipinta da un uomo, l'artista. Questo paradosso vivifica l'arte

immortale in cui i registri si spogliano della propria temporalità e la consegnano

all'infinito.

L'organo femminile è un organo già dato come lo è il corpo ma lo

sguardo e il suo utilizzo sono impressi nella memoria della Storia dell'uomo

come nelle storie degli uomini che lo stanno vivendo e osservando.

 

La possibilità dell'uomo è quella del creare prima della stessa azione (la

parlata qui è esplicitamente metaforica). Nel film Life del 1999 il protagonista

esprime un concetto chiave di questa mia farneticazione.

Lo stesso concetto viene creato e desiderato dall'uomo (nel caso specifico

del film uno strip club ) prima nella testa, prima della sua stessa creazione

nel reale, perciò fa in modo che sia il concetto a far materializzare

poi il reale.

Nel libro Queer. Storia culturale della comunità LGBTplus nei primi capitoli

viene esposto una concezione precedente della visione del corpo duale a

cui siamo abituati nel contemporaneo.

La visione dualista della sessualità è un avvento storico. C'è stato un

periodo della Storia in cui la definizione di maschile e femminile non era

la medesima che vige ora. La dimensione corporea maschile e femminile

non aveva due polarità, ma un fuoco unico: quello maschile nel quale

l'essenza femminile veniva poi riconosciuta come parte della precedente

ma in minor potenza.

Questo discorso è necessario per comprendere la motivazione per cui il

complesso di sistemi attuale sia atto a creare poi una nuova influenza del

corpo sessuato del fenomeno Gym bro. Esso nel discorso sul corpo propone

il più fine paradosso, ovvero il corpo è già un entità materiale, a livello

strutturale, ma a cui l'uomo stato nella sua storia fautore di definizione.

La vagina e il pene sono delle evidenze empiriche e forse sono proprio

queste evidenze che ci trattengono da sempre nella nostra medesima costruzione

umana, ma non è possibile sottrarci alla realtà artificiale che noi

umani abbiamo creato e che risulta perciò, a noi, naturale.

 

Perciò il dibattimento simbolico sull'attribuzione del reale è una partita

aperta, forse una ferita aperta?

Come provare ad approcciarsi al corpo (Qualsiasi cosa voglia dire)

Il corpo, come visione che lo vede in quanto organismo che si ritrova a

compiere ed esperire processi empirici sociali, ha determinato ciò per cui

determinati funzionamenti apparenti possono trovare risvolto nella semplice

osservazione sensibile.

Un corpo si determina nell'ambiente sociale in cui esso si trova ad agire,

senza che però possa comparire la sua realtà volubile d’essere umano.

Ecco che il corpo femminile ha una sua funzione che ha già una sovrastruttura

e sovrascrittura che ha a che fare con gli occhi di chi quel corpo

lo guarda, senza interrogarsi di che cosa gli occhi e la bocca vadano dicendo.

L'arrogante diritto che si sono arrogati personaggi influenti, facente

parte di una consistente frangia della destra, creando poi una forte

propaganda, ha portato ad una rilettura del corpo femminile usando gli

stessi proclami di liberazione femminile contro essi. Corpi che diventano

politici una seconda volta.

 

La narrazione parte con il riconoscere quali stilemi propagandistici siano

stati adottati per ricreare una nuova visione di femminismo senza che

le protagoniste, che storicamente ne hanno fatto parte, possano sottoscrivere

la propria stessa visione. In un'ottica indeterminata si vuole poi andare

a ricercare come i media utilizzino il corpo femminile e la propaganda

che hanno creato per esso, e quanto questo si rifletta sui singoli

individui che ricreano materiali propri quali foto e canzoni e altri prodotti

mediali consapevolmente o intrinsecamente.

Si vuole ricercare inizialmente di approcciarsi in modo tecnico e critico

ai funzionamenti pubblicitari per poi, anche simultaneamente, mostrare

gli esempi che riflettono questa tematica.

È chiaro manifestare quanto il periodo storico porti una grossa promozione

di estetica, che ormai esula da uno stilema etico ideologico ormai

palesato che diventa fumoso.

È evidente ormai che i singoli fruitori, poi produttori in un'ottica postumana,

perdano i contorni dei propri stessi prodotti che possono essere

considerati delle vere autorizzazioni.

 

L'idea è quella di spaziare utilizzando testi di riferimento con registri

più settoriali e portare materiale preso dai maggiori social media.

Questa proposta non vuole finalizzare una visione oggettiva in quanto

si suppone che la stessa persona possa, in modo autonomo, avere una

maggiore possibilità di riconoscere e apprendere i sistemi che verranno

proposti come riflessione.

Self made

Volessimo fare una deriva, che possa in qualche modo consolidarsi anche

in un pluralismo nella realtà sociale, è chiaro che potremmo trovare

riscontro anche in una crescente usurpazione di tutto quello che è la definizione

di cultura alta, che rimane arcaica.

 

Parlando di cultura alta mi vorrei interrogare circa quale siano i codici

e i limiti che possano poi portare ad attivare questa magica parola quale

cultura alta.

Si vuole cercare di sottolineare o meglio cercare di porsi degli interrogativi

così che dove si possa intercettare la creazione di come si arrivi a

formalizzare e creare cultura alta.

Nella musica vi è appunto questa esorcizzazione dei soldi ma anche

esteticizzazione del self made, che in qualche modo si rivede anche nella

creazione di un corpo e di un'estetica dominante.

 

La stessa definizione femminile e maschile in qualche modo approda

anche con questa crescente diffida verso quello che è un modello di cultura

alta, questo potrebbe essere una delle varie manovre che in questo

senso potrà riflettersi anche sulla propaganda.

Parlando circa dei gruppi sociali che parlano di transfemminismo, ma

anche semplicemente di strutturazione del sé in modo non binario, sono in

qualche modo visti come trend setter.

Alla fine ogni pensiero anche se strutturato risuona come poco interessante.

Le parole pronunciate sotto il nome del transfemminismo sembrano

parlare un gergo poco cool, in questo senso effettivamente possiamo approdare

alla ricerca di quelli che sono degli stilemi, che sono più ritenibili

come estetismi comportamentali rispetto ad essere uno strumento ideologico;

perciò si può in qualche modo riscontrare come l'algoritmo in sé, ma

anche semplicemente la crescente preferenza creata in modo comunitario,

attraverso appunto contesti sociali ripetuti, possa in qualche modo

rafforzare questo sistema binario, che poi si riflette anche nella definizione

sociale.

Dico questo perché, come già riportato in pagine precedenti, è abbastanza

evidente il fatto che il maschile e femminile in qualche modo vengono

rafforzati, supportati, soprattutto da questo aspetto fortemente empirico

del corporeo. La donna riveste, appunto, nel momento in cui si

vuole avvicinare a questo contesto, un ruolo strettamente differente da

quello maschile che, pure rafforzando questi connotati di grande lavoro di

self made work, trova una diversa definizione se si incentra il ragionamento

sulla differenza fisica.

La differenza fisica diventa anche simbolica nel momento in cui la differenza

fra maschile e femminile viene ricercata. Gli esercizi fisici sono

differenziati perché lo scopo di tali esercizi è differente. Il corpo femminile

e maschile viene allenato in modo differente perché il codice estetico

coniato per i corpi maschili è diverso dal codice estetico creato per i corpi

femminili.

L'essenza di tali corpi è un enorme e supplementare problema.

 

Se immaginiamo nel pratico un allenamento ginnico di un corpo femminile

che però si allena seguendo un allenamento maschile, che segue

perciò il codice estetico maschile, si otterranno degli inestetismi. La cosa

buffissima è che gli inestetismi a cui sto facendo riferimento, ovvero un

ingrossamento delle membra, sono per controparte degli ottimi risultati se

fossero in un corpo differente, quello maschile.

Se volessimo continuare la farneticazione, potremmo estendere al solo

allenamento anche steroidi o altre sostanze anabolizzanti che hanno la

funzione di implementare ancora la massa muscolare, ma anche i connotati

tipici maschili o meglio i connotati espressi del codice estetico maschile.

Il corpo perciò, tralasciando il maschile e il femminile, ha la possibilità

almeno biologica di mutare e di eludere, in parte, al stilema estetico duale

cui sto continuando a fare riferimento.

Questo in qualche modo può essere anche connotato dal fatto che ormai

è un evento sociale (non si sta parlando appunto di uno sport come ad

esempio una gara di culturismo che ha delle proprie regole, ma propriamente

di uno stilema sociale che viene poi riportato e viene in qualche

modo utilizzato nella vita contingente. È perciò questo la motivazione per

cui una donna continua a mio avviso a voler rispecchiare dei connotati

particolarmente femminili che possono essere riportati dall'ambiente in

cui essa si riconosce, che sono degli ambienti macisti, che comunque vanno

a far prevalere un grande divisione dei sessi).

 

Comunque un grande rafforzamento dell'identità maschile, e con l'identità

maschile mi riferisco proprio alla volontà di mostrare l'uomo

come forte e come prioritario all'interno delle relazioni, sono tutti quegli

stilemi del buon capo-famiglia. L'idea di capofamiglia è stata fortemente

presente nell'epoca preindustriale, ma che poi si è protratta fino all'incirca

gli anni 80 quando effettivamente c'è stata una maggior realtà di rilascio

di questi effetti.

È evidente che vi sia questa sorta di dualismo, che effettivamente viene

connaturato in cui queste donne che si trovano interessate a questo tipo di

ambienti, si ritrova in qualche modo a dover affrontare anche tutte quelle

che sono le visioni riproposte dalla società in cui esse vivono.

Anche ricordando gli stessi socials in cui la bellezza femminile viene in

qualche modo evidenziata, è interessante constatare come a livello storico

lo stilema rappresentativo della donna sia in qualche modo omogeneo.

Ci sono stati delle modificazioni come ad esempio negli anni 90 in cui

è esploso un codice estetico femminile che privilegiava l'androginia. Cardine

di questa rivoluzione estetica sono stati prodotti culturali come il film

Colazione da Tiffany in cui ritroviamo un soggetto protagonista che non rispetta

minimamente i canonici connotati confacenti al codice estetico

femminile.

Questa falla ha prodotto una grande risonanza a livello mediatico e ha

istituito un'altra visione di femminilità che è sicuramente più androgina;

perciò le curve che sono state una parte importante nel codice estetico

femminile in qualche modo vanno a interporsi e quindi vanno in qualche

modo a creare una sorta cortocircuito, ma anche una riflessione su che

cosa effettivamente sia considerabile femminile.

Negli anni Ottanta si va effettivamente ad evidenziare un rapporto con

la femminilità che non sia per forza naturale (insomma si prova a mutare

il codice estetico femminile che sembra tanto stagnante da aprire divino).

Questa rivoluzione del codice estetico femminile si porta con sé un

enorme rimodellamento del codice stesso. Nella realtà contingente le

donne hanno iniziato a modificare la propria apparenza perché ha potuto

pensare di poterlo fare.

 

Nell'arte le rivoluzioni, le avanguardie, nascono proprio dalla possibilità

di pensare in una prospettiva in un modo differente; ciò si coagula poi

da qualche parte tramite qualche medium. La possibilità di un pensiero

novizio porta alla definizione e alla strutturazione di nuovi modi d'essere

e con modi d’essere intendo proprio nuovi modi di apparire.

 

Ripartendo a interrogarci circa il maschile e il femminile potremmo

impostare un discorso sulla differenza biologica che intercorre fra i due,

almeno a livello strutturale (il livello strutturale non è l'unica cosa da tenere

in conto per la costruzione degli essenti in un contesto sociale altamente

avanzato), possiamo evidenziare come tali differenze siano state fin

dall'antichità o meglio dalla Preistoria evidenziate. Mi sto riferendo alle

veneri preistoriche ovvero piccole statuette votive che servivano a propiziare

il raccolto e che scolpiscono le figure femminili enfatizzandone molto

i tratti che le contraddistinguono dalla controparte maschile.

Ora non credo sia impossibile ricomporre le motivazioni simboliche,

metafisiche, culturali che hanno portate tali rappresentazioni. Queste

rappresentazioni hanno delle similitudini con la concezione simbolica che

continua a vivere nella contemporaneità.

Ad Hollywood, fabbrica contemporanea di miti, ci sono ancora delle

statuette votive, infatti nei film in cui è presente Marilyn Monroe, diva

indiscussa, la sua figura diventa mitologica proprio per incentra tutti gli

stilemi femminili.

Riparlando dei Gym bro salta ancora all'occhio che molte delle donne

facenti parti di questo gruppo allenino e evidenziano le stesse parti del

corpo che venivano evidenziate nelle Veneri e nei film di Marilyn Monroe.

Possiamo dire che di quelle parti del corpo si sia creato un vero e proprio

codice.

É comunque interessante constatare come effettivamente noi parliamo

a livello biologico di capacità e determinazione, che talvolta possono in

qualche modo essere irrisorie.

Riprendendo ciò che dice lo stesso Lacan la nostra strutturazione del

reale è effettivamente artificiale. Lacan parla di una seconda morte che

avviene subito dopo la nostra nascita con l’acquisizione del linguaggio.

Il linguaggio può costituirsi come una modalità espressiva artificiale

che in qualche modo va a escludere o comunque a rendere molto marginale

tutta quella che è la nostra componente animale, che effettivamente

potrebbe in qualche modo apparire se non fossimo parte di un contesto

sociale; ciò costituisce un paradosso.

Possiamo effettivamente dire di utilizzare degli stilemi sociali come la

stessa libertà d'arbitrio, appunto, che può costituirsi come visione puramente

artificiale. Le scelte che attuiamo nella vita, ma anche la semplice

determinazione che ci appare così tanto naturale, hanno effettivamente

un carattere artificiale; non c’è effettivamente una vera e propria naturalità

in ciò.

Ci appare sicuramente naturale vivere in un contesto sociale in cui ci si

è ritrovati ad essere, ma la possibilità della reversibilità di ogni condizione

e strutturazione del reale, complice anche la storia, dovrebbe almeno portarci

a riflettere sull'uso smodato della parola naturale in quanto non vi è

una biologia spicciola che in qualche modo ci obbliga a avere quel tipo di

comportamento, ad attuare quel tipo di scelta, anche questo ragionamento

è molto discostato da una visione religiosa tipica dei secoli precedenti.

Esempio più facilitatore e anche più rivelatore potrebbe partire da

quando noi proviamo a pensare ad una strutturazione di tipo statale in cui

noi effettivamente ci ritroviamo ad abitare, a vivere e in cui noi pensiamo

in qualche modo che sia effettivamente una strutturazione naturale, ma

semplicemente perché siamo stati abituati a vivere all'interno di quel contesto.

Io sono italiana vivo all'interno di una repubblica e quindi penso che il

modello che mi è stato dato sia effettivamente un modello come dire quasi

naturale per me, in quanto effettivamente la scala di diritti e di doveri in

cui sono stata cresciuta mi appare naturale.

Altro esempio, possiamo denotare come nell'adolescenza abbiamo fortemente

messo in crisi gli stessi modelli che ci sono stati consegnati dai

nostri genitori; andando ad identificare codesti valori come non validi

possono nascere delle ribellioni, ma se volessimo effettivamente uscire da

quello che è il contesto appunto statale, ad esempio italiano, possiamo

vedere che vi sono altri modelli di stato e altri modelli di legalità o di genitorialità

e d’educazione. Dopo aver fatto questi esempi indugio possa

essere più chiara la possibilità di leggere un artificio nella distinzione di

ruoli imposta fra uomo e donna. Anche la stessa definizione differenziata

dell’essente Homo sapiens sapiens è intrigante perché l'artificio che differenzia

i membri della stessa specie si divide in una molteplicità di differenti

culture, leggi, visioni, raggruppandosi in latitudini talvolta irrisoriamente

lontane. Nella stessa community dei Gym bro si possono ritrovare soggetti

appartenenti a background molto differenti e a pensieri e veduto dissimili

fra loro. Se volessimo citare Pasolini è un po' difficile parlare di classe

sociale attualmente e sicuramente se volessimo fare un discorso economico

per analizzare il pensiero di un individuo l'equazione non riuscirebbe.

Riportando il ragionamento sul femminile sarebbe interessante allora

cercare di constatare conscio dei ragionamenti precedenti cosa spinga a

un essente femminile ad avvicinarsi a tale community.

Il ragionamento deve poi espandersi agli essenti che non si identificano

in una spartizione binaria.

 

Insomma tutte queste parole per cercare di capire cosa avvicini essenti

di sesso, nazionalità, visioni differenti possano interessarsi a partecipare

alla grande community dei Gym bro.

Bisognerebbe effettivamente proporre un'altra domanda a questo punto,

ovvero, se tutti possono essere considerati parte di questa community o

se questo termine ovvero Gym bro è una non parola che si si può attribuire

a bisogno.

 

I Gym bro sono un inafferrabile coso sociale. Riporto il significato via

Google di Gym bro: il termine Gym bro si traduce in italiano come ragazzo

da palestra. Google poi identifica il gruppo Gym bro come gruppo avvicinato

dalla vibe, dall'attitudine.

È particolarmente interessante che ci sia una dissonanza con gli altri

gruppi underground nati negli anni precedenti come poteva essere il movimento

punk, che comunque non si costituiva di una stretta regolamentazione;

nei Gym bro è l'attitude la parte rilevante.

Gli altri gruppi finora costituiti avevano una maggior omogeneità di

partecipanti: medesima estrazione sociale, similari visioni dell’esistenza,

lotte comuni. Nei Gym bro l'eterogeneità della community è un elemento

evidente ed è forse la chiave della loro stessa esistenza.

Forse anche il periodo storico garantisce la creazione di un tale gruppo;

mentre in precedenza i socials non esistevano proprio il lavoro di costruzione

del gruppo stesso non poteva che essere reale.

Il reale impone dei tempi di attività molto più estesi rispetto al digitale

che dilaziona il tempo in modo completamente differente alla scansione

del tempo nella realtà del reale. Posso scattarmi una foto o chattare a

qualsiasi ora della notte cosa impossibile o fortemente limitante in attività

del reale. Posso anche scattare foto, chattare, rispondere nelle pause pranzo

o al lavoro altra enorme differenza con il reale.

Insomma la differenza d'età sembra non centrare ma vite differenti

sono anche dovute da differenze anagrafiche. È più facile far parte di un

gruppo virtuale insieme a personalità più piccole e più grandi via web

proprio per limiti temporali, inoltre l'effetto del web rende meno timidi

alle grammatiche sociali.

Nei social si selezionano elementi molto specifici di un essente. I Gym

bro selezionano immagini di loro stessi molto specifiche e che ovviamente

non rappresentano la totalità dei loro interessi, questo fa in modo che sia

più facile incontrare amanti dei medesimi elementi e vista proprio la morfologia

dei social stessi, gli incontri avvengono fra essenti estremamente

eterogenei.

Nei socials la realtà è mediata non è così ufficiale, le conversazioni si

portano in sé la responsabilità civile del reale. Le chat cambiano continuamente,

i profili possono essere bloccati o cancellati. I socials hanno una

potenza di creazione differente dal reale; hanno la possibilità del mutamento

repertino e facilitato.

Si può parlare di un gruppo che ha una fruizione simile di contenuti?

Sicuramente è possibile denotare come fra i Gym bro sia possibile riscontrare

uno slang comune impiegato almeno nei social.

Perciò come già apostrofato prima i Gym bro sono un gruppo che ha

molte differenze con gli altri gruppi. I Gym bro appunto sono estremamente

eterogenei e la loro comunità è ibrida, si sviluppa online ma si articola

anche nel reale.

Un altro elemento che però li connota come gruppo è la creazione di

un slang. I Gym bro parlano in slang.

Seguono alcune parole in slang:

Pump dall'inglese pompa, si può tradotte con pompare, pompare muscoli.

Anche qui per pump si intende un allenamento sia fisico che psichico.

Aerodinamico, termine che viene utilizzato in modo goliardico dai Gym

bro e che non ha un significato univoco. L'utilizzo del termine Aerodinamico

viene utilizzato nella community dei Gym bro come elemento descrittivo

e accessorio. Parlo di accessorio perché mentre alle parole si va'

appunto a ricondurre uno specifico significato che permette l'essenza stessa

della parola, il termine Aerodinamico nella community ha il solo valore di

essere slang per la community. Il termine Aerodinamico esisteva già ma il

significato è stato svuotato e ora è solamente parte dello slang della community

dei Gym bro . La valenza di questo termine con l'accezione che i

Gym bro gli hanno attribuito nasce e cessa nella stessa community.

Grosso, termine italiano si può trovare anche la variante inglese Big, è

un termine che viene utilizzato inserendolo in particolari costruzioni sintattiche:

«sono grosso», «guarda come sono diventato grosso».

Queste sono vere costruzioni social, frasi che hanno una costruzione

sempre identica. Sono frasi che si accompagnano ai post come descrizioni

o a particolari foto. Nei socials è possibile riscontrare medesime descrizioni

che accompagnino medesime foto. Dal mio studio ho potuto constatare

che grosso o periodi che lo contengano siano utilizzati come descrizione/

commento a foto in cui i Gym bro dimostrano un aumento muscolare.

Anabolico è una termine che non ha una connotazione univoca, viene

impiegato per descrivere una vibe.

Come già sottolineato il gruppo dei Gym bro è un gruppo liquido, se

volessimo citare Bauman, la partecipazione al gruppo non si associa solo

ad azioni ma alla modalità del sentire con cui vengono compiute. Anabolico

descrive uno stato d’animo particolarmente concitato in cui appunto

il soggetto è molto concentrato nell'attività sportiva, con attività sportiva

non si può solo intendere la mera attività, ma anche il desiderio, la volontà

di arrivare a migliorare il proprio stato fisico, che è nettamente connesso

con la visione dell'individuo del proprio sé. Ecco che allora è possibile

riconoscere il termine vibe come un insieme ibrido di stati che sono difficilmente

riassumibili a parole.

Questa è forse la cosa più postumana dei Gym bro.

 

Bisogna però fare un disclaimer ovvero c’è bisogno di mettere le mani

avanti, è necessario apostrofare che gli slang come capi di vestiario, musiche,

attività, ormai non determinino la partecipazione totale ad un gruppo,

è forse la vibe di ogni persona la connotazione più solida per essere un

partecipante.

 

In Italia oggi sono presenti molte palestre e sono previste nuove aperture

per la crescente domanda. Il concetto di palestra è fenomeno antico, le

prime palestre a noi pervenute risalgono alla Grecia antica.

In Grecia c'era grande attenzione verso il corpo, che poi viene sicuramente

ripresa anche nel nella realtà romana.

L'dea di corpo nell’antica Grecia ha grandi similitudini con la visione

del corpo contemporanea. L'ideale greco vedeva una stretta interconnessione

fra bellezza del corpo e capacità mentale. È importante ricordare

che il dualismo fra anima e corpo è nato proprio in Grecia.

Il corpo anche nella contemporaneità riveste un ruolo separato dall'apparato

psichico per molte filosofie, sopratutto quelle di matrice cattolica.

La visione che scinde l'anima dal corpo deve far presumere l'esistenza di

un anima.

La svolta ecologica ma anche la corrente filosofica del postumanesimo

hanno scardinato questa visione dualista che separa anima e corpo. Il

corpo è visto appunto come l'essenza stessa del vivente.

Il dualismo ontico nasce da una pretesa metafisica; suppone vi siano due

sostanze separate e incapaci di interagire casualmente l'una con l'altra. Il

dualismo che approda invece nella nostra contemporaneità vede una contrapposizione

che si regola su una lotta.

Ora nell'antica Grecia il valore del kalòs kai agathòs traducibile con bello

e buono, valoroso in guerra, possessore di tutte le virtù, non ha più molto

eco nella nostra realtà contempera ma solo eco. L'idea della dipartizione

fra anima e corpo nel contesto dei Gym bro non potrebbe essere più

smentita, che dalla loro stessa proclamazione di avvicinarsi gli uni agli

altri per una comune vibe.

L'argomento piccante è invece cercare di comprendere come l'ideale

greco sia divenuto machista.

Inizialmente ero fedelmente convinta che l'ideale greco fosse machista

ma commettevo un errore. Nella grecità il problema dei ruoli di genere non

c'era perché non c'era lotta. I ruoli maschili e femminili esistevano ma non

erano in lotta non c'era guerra è insomma sin non-problema.

L'idea duale dei ruoli di genere che battagliano forse per l'egemonia,

forse per la parità è contemporanea. Kalòs kai agathòs non è un modello

contemporaneo.

Attenzione, è importante per me constatare che una fetta dei Gym bro siano

donne e che quindi non sia trascurabile evitare di convertire ogni costruzione

antica al contemporaneo, facendomi sfuggire l’elemento femminile.

Kalòs kai agathòs è un impossibile per il quotidiano perché denota un

insieme di valori che non suonano più. La visione della virtù non ha un

senso contemplativo, ma pratico, il valore attribuito oggi al corpo non è

più questo. Il corpo anche visto in differenza con il pensiero-anima serve

ad essere più performanti, migliori negli obbiettivi e non a cercare di essere

virtuosi, per il semplice fatto che la virtù greca è subordinata ad un

pensiero comunitario, quella contemporanea al singolo.

Bellezza e Nottole

La bellezza è un altro grande marasma ingarbugliato, forse impossibile

da denotare. Ciò che è bello sta negli occhi di Madre, Padre, Stato, economia,

trend, socials, tempo.

Il fenomeno delle nottole è una costruzione, un termine, forse incantevole

solamente per chi non è il soggetto di queste mie parole; è da tempo che

sono apparse queste bellissime figure che vestono e vivono i panni di fantasmagoriche

creazioni. La loro bellezza ha un'importanza che non si potrebbe

mai solamente racchiudere in una mera volontà di guardarle voyerista,

ma hanno un effettivo mercato; le loro sono delle bellezze hanno

volontà di replica e che creano desiderio di trasformazione.

La chirurgia è quasi una parola svilente per parlare di tali soggetti, che

hanno in sé un aura quasi mitica, vista la crescente attenzione verso loro

stessi e soprattutto la bellezza che vanno a manifestare.

Le ho chiamate nottole perché la loro sembra essere un avventura di

una notte, brevissima. La loro incredibile bellezza è atta a sfiorire come

fossero papaveri, cui dopo la pioggia si sono chiusi i petali e ripiegato su di

sé lo stelo. La bellezza artificiale è appunto un artificio che ha una durata

limitata; qui nasce la riflessione su come questi volti, questi corpi, definiscano

la loro stessa realtà che è così strettamente connessa alla propria effimera

bellezza.

 

È forse un mito, quello dell'eterna giovinezza, come quello di James

Dean atto a sfiorire, un fiore perennemente turgido come la Marylin?

 

La creazione quasi mitologica del club dei 27, composto da essenti che

ora riecheggino solo come nomi, neppure i nomi hanno più rilevanza ma

permettono di avvalorare, continuare, il mito come fosse un paradosso,

l'idea stessa di giovinezza si è reincarnata in un prodotto che ha un volto

e della vitalità. La vera costante è quanto la vitalità si pieghi sotto i colpi

del tempo.

All'atto pratico è sempre più necessario, indispensabile, notare come

tutti questi artifici cosmetici siano impattanti nei tessuti e quanto tessuto

rimanga all'ambizione. Quanto l'umano abbia scelto di prolungare la propria

vita per poi decidere di restituirla alla natura, solo dopo averla donata

alla tecnica. Allora ha scelto di tracciare in maniera tangibile le proprie

modifiche, indelebili passaggi del proprio arbitrio.

Ecco che i 27 anni diventano il baluardo della fine dell'esistere, senza

che sia scusa alcuna della potenza dell’umano.

 

È forse però così che si vuole spendere l'onnipotenza conquistata?

Riferimenti cinematografici più che pompati

Nel film Crimes of the Future del 1970 si presuppone già la ricreazione di

un nuovo corpo che passa in qualche modo dall'essere modificato in modo

psicosomatico. I fattori ambientali, uniti alla stessa modificazione della

società, portano a questa ricreazione di corpi che diventano subumani;

potremmo effettivamente teorizzarli come post-umani.

La visione stessa della pedofilia che si dipana in Crimes of the Future è

essenzialmente impossibile per questo mondo. Gli essenti di Crimes of

the Future sono macroscopicamente distanti. Gli stessi soggetti utilizzano

un linguaggio a noi comprensibile foneticamente ma non è possibile annullare

la differenza che intercorre con i loro corpi che non posso essere

trascesi. La loro essenza è costellata da tumori creativi che sono la mostra

fenomenica della loro mutazione. I tumori non sono delle semplici decorazioni

ma nascono dall’ esigenza, forse intrinseca, di creare una nuova

possibilità in un mondo senza donne.

Perciò lo stesso termine pedofilia deve essere maneggiato con cura perché

avvicinato ad essenti essenzialmente differenti che hanno perciò un

apparato simbolico distante dal nostro. Il dottore del film, colui a cui sono

apparsi i tumori creativi si ritiene un satellite e ritiene i suoi tumori delle

galassie e quindi è necessario che essi possano continuare a rimanere vicini

a lui, che essi, i tumori creativi, possono continuare a orbitare con lui.

Potremmo effettivamente trovare riscontro con gli antichi egizi che sceglievano

di farsi rimuovere i principali organi del corpo per poter passare

al di là; inoltre il cuore doveva essere misurato.

Qui possiamo effettivamente trovare una stretta vicinanza fra la visione

puramente fisiologica e una strutturazione che rifletta anche in ambito

analitico.

Sempre in Crimes of the Future appare una nuova figura anch'esso medico

e anch’esso mutato. A questo nuovo medico spuntano delle sorta di

antenne che fungono da satellite offrendogli la possibilità di una maggior

connessione. Qui la strutturazione del corpo muta proprio come sua formazione

fenotipica, infatti l'uomo ha un lungo ciuffo di materia che gli

fuoriesce dalla narice.

 

È interessante però avvalerci di questo film per riflettere circa la pedofilia

in questa realtà; chiamerò la nostra realtà: realtà del reale, per brevità.

Nella realtà del reale, specie del secolo scorso, si è dibattuto molto sul significato

di pedofilia e specie sul suo significato pratico. Si è dibattuto

molto per cercare di comprendere chi potesse essere tacciato di pedofilia.

Ora vorrei fare due nomi, Gaugen e Martinelli; due nomi distanti, ma

affini per un solo tratto: essere entrambi europei e ad aver scelto di intraprendere

relazioni in altri paesi che nel loro paese d'origine sarebbero

state considerate come atti di pedofilia.

Il dibattito nasce nel momento in cui alcuni considerano la relazione

di Gougen come incestuosa in quanto aveva una moglie bambina ma fra

le persone che lo avevano tacciato di pedofilia non c'erano i polinesiani

ovvero i connazionali della moglie-bambina. Sembra un enorme contraddizione

in termini ciò che ho appena esposto ed infatti il problema sta

proprio qui; anche io ho chiamato la moglie di Gougen sposa-bambina

perché è una bambina che al contempo è anche una moglie.

 

Ma la definizione di bambina non è così facile. Il metodo che differenzia

un essere umano adulto da un bambino è proprio la differenza anagrafica

che è, però, indicativa di una costruzione simbolica oltre che strutturale.

Benché la razza umana sia univoca la differenza degli essenti è

dettata da una miriade di dati.

Perciò la differenza fra adulto e bambino è un dato che scientificamente

può rimanere saldo, ma non può non essere riformulato in base al tempo,

alla cultura, alla necessità. L'interrogativo rimane aperto in quanto

Martinelli e Gougen avevano una visione dell'umano e anche del bambino,

perciò anche della pedofilia, differente da quella dei popoli in cui hanno

agito e perciò la loro scelta risulta abominevole, poiché eticamente la

pedofilia è giustamente punita come abominevole. È importante però ricordare

che io che sto scrivendo sono Italiana e sto scrivendo nel 2024.

 

Qui si apre l'ennesimo dibattito ovvero se sia giusto impostare una visione

universale su determinati fatti del reale o se questo sia sbagliato.

È sbagliato giudicare chi e quando una bambina è tale in Etiopia e in

Guinea (oltretutto gli avvenimenti sono passati)? È giusto giudicare la pedofilia

universalmente?

Club

Credo che lo spazio urbano sonoro presente all'interno dei club possa

essere esplicabile con la completa mancanza di suono che viene perpetuata

con la sottrazione di ogni classificazione verbale che può essere parola,

che può essere semplicemente mero significato attribuibile all’interno di

un contesto rappresentativo sociale e questo fa in modo di creare la possibilità

di esularsi da ogni genere di moralità ed etica e permettere cioè il

completo consenso proprio perché non si va ad esplicare qualsivoglia moralità

e questo permette di creare la percezione di libertà, in esso si applica

perfettamente il politically correct che evita completamente di strumentalizzare

strumentalizzando.

La percezione plurima volendo poi creare uno spazio che alla fine risulta

più dimensionale proprio perché scevro, estraneo, ad ogni genere di

ritualità umana che si è caratterizzata tramite trasmissione sociale di significato

e significante; inoltre si può constatare come all'interno della

serata di oggi ci fosse una rappresentanza di musica soft music ripresa

sotto il beat che la scioglieva rendendola plausibile all'ottica bidimensionale

a cui si stava assistendo. Vi erano due possibiltà: l'esistere nella frazione

della serata e il mostrarsi.

Eco sulla cultura popolare

Per cercare di raccapezzarmi sugli studi circa i Gym bro ho cercato di

diluire anche i contesti in cui li vedevo orbitare.

Il senso del testo, come dalla prima battitura, è di avere la possibilità di

unire elementi di osservazione, magari scampanati, che poi possano essere

intrecciati o tralasciati a seconda delle sensibilità del lettore.

Sinceramente provo un certo ardimento verso gli scritti che cercano di

riscrivere la storia di altri essenti, su ogni aspetto narrabile, cercando prove

inscalfibili, perciò vi propongo queste altre considerazioni che hanno la

possibilità di trovarsi in questa concatenazione di pensieri perché sono

formulate in quanto l'età dei soggetti presi in considerazione e la loro

saltuaria presenza me li ha fatti vicini.

Forse la Dj Era (anche qui cerco di raccapezzarmi con nomi inesistenti

per comprendere meglio come rendere leggibile il mio pensato; per Dj

Era intento l'era in cui la musica elettronica si distacca dalla ricerca di

sonorità che siano similmente classiche. Appaiono suoni ultra-processati

che lasciano lontani suoni umani e strumentali. Potremmo avvicinarli a

melodie cibernetiche che come base della loro essenza hanno la necessità

di essere trasformate elettronicamente) era certa di questo sfasamento e

dell'ironia che stava creando, forse era la stessa cultura che aveva rimaneggiato

in lei la musica, che forse perdendo le dinamiche che nella musica

sono date, non può più essere tale e tale forse è un atto in cui si performavano

dei suoni modificati dallo stesso rumore dei corpi per cui erano

prodotti in quel frangente di chi li udiva.

Forse la propensione per cui quella cosa fosse già possibilmente passata

la rende incredibile, interessante, per la stessa ricezione e creazione della

musica; nell'ambire a tale musica o corpi dovevano essere già modellati

almeno come istanza.

La musica si distanzia con questi momenti di musica performativa perché

nella stessa musica si immagina ci possa essere un ascolto melodico

che possa essere già in parte confezionato, la parte essenziale dello stare

diventa essa l'essenziale, l'ascolto non ha così forza se non per la creazione

del movimento che non è dato dalla musica o meglio non solo da essa, ma

dai partecipanti.

La corporeità diviene necessaria, nella Dj Era è veramente indiscutibile

il testo che non è più cimato, non ha più alcuna valenza in quanto è

spezzettato, non traducibile, perciò irriducibile. Si tramuta in una vibe.

Come specificato prima potremmo vedere ciò in modo politico e polemico

dicendo che è una musica che non parla, perché è la cultura ha

paura della parola e allora muta o meglio mutata si piazza su ciò che non

è traducibile in parole, che non può creare divisioni in quanto portatore

di significanti quali sono le parole. Il mood non ha obblighi di schieramento

perché è volubile o meglio è onnisciente.

Nel film per bambini Inside Out sono messi in scena molto bene tutte le

sezioni in cui l'essere si compone come un'ibrida chimera. Immaginando

i nostri sentimenti come nel film, come singole personalità peculiari di cui

possiamo comporci o meglio mostrarci, anche miscelate, non dobbiamo

avere la scelta della parte.

Il discorso si incarna nelle parole ma esso pone divisione che non è velocemente

sormontabile come il mood, tutti abbiamo mood differente

magari ne abbiamo qualcuno prevalente ma comunque è mutabile perché

è naturale sia così. È incredibile che dopo tutto questo scavare nell'artificio

si torni a giustificare l'umano da umani con naturalità del nostro

funzionamento.

Corpo trasfigurato, forse trasmigrato

La trasmutazione del corpo un umano in postumo è effettivamente intesa

dal momento in cui, per la maggior parte della storia umana, si è

appunto voluto ricorrere a pratiche che potessero in qualche modo sigillare

e modificare l'apparenza dell'essente. Queste modificazioni manifestavano

un desiderio di immanenza; la modifica compiuta sarebbe stata

irreversibile e perciò immortale nell'essente paradossalmente mortale.

Riscontro di possibili modifiche trapela dalla modificazione del cranio

praticata ai neonati. La modificazione del cranio è una pratica che ha visto

il dispiego di diversi popoli come Unni e Aztechi e che prevedeva il

bendaggio del cranio dei neonati, affinché assumesse una forma innaturale

ed allungata.

La pretesa è quella del completo sradicamento della nostra essenza, che

ha una partecipazione corporea già data. Il nostro essere umani ha sempre

avuto prima d'ora una reale vicina con l'impossibilità dell'eterno, data

proprio al corpo.

 

I primi tentativi di ricalibrare l'umano in una posizione di ascolto, che

partisse dalla rimodellazione anche del suo lato più naturale è l'avvento

della cibernetica e la creazione di questi corpi ibridi tanto cari alla cinematografia.

La dimensione dell'umano però era sempre quella del miglioramento,

del progresso, dell'arrivo a una sempre maggior indipendenza

anche dalla stessa stessa sfera biologica; il corpo è appunto un processo in

divenire e anche allo scomparire, con una possibile scompaginazione de

gli stessi generi e dimensioni del reale in cui ritornino queste figure edipiche

originali di mezzo.

Le nuove figure ibride però si auto-commissionano e generano, sempre

votati ad avvicinarsi alla maggior autonomia dalla propria stessa natura.

Oggi non vedo una linea del miglioramento, ciò crea una scissione fra

quello che era invece la realtà cibernetica. Oggi il corpo dato come umano

è al centro della discussione e in ciò vi è la pretesa di mutare il nostro

stare nel mondo cercando di modificare il modo in cui lo esperiamo.

Non vi è una volontà di installazione di dispositivi per poter migliorare

la capacità sensoriale. Gli interventi sono estetici, usando la definizione

contemporanea, non desiderano apportare nuove capacità ma divenire

baluardo della capacità umana che, attraverso la tecnica, ha ridefinito

l'uomo sradicandolo dalla pretesa di finito che si possa infrangere nel corso

della stessa vita. Forse è un paradosso ma così facendo si crea la possibilità

dell'eterno, perché ciò che appare è un soggetto che non ha più

contingenza con il suo essere sociale e temporale proprio perché gli stessi

canoni sono stati liquefatti.

Social, Donne e Femminismo (Qualsiasi cosa voglia dire)

Anche i social media hanno sicuramente un esponenziale importanza

in quella che è la realizzazione di un paradigma, infatti molte donne che

scelgono di approcciarsi al mondo del fitness sono soprattutto vincolate da

quella che è la visione femminile che ormai è catalogata all'interno di un

paradigma in cui sono già presenti delle figure di riferimento, appunto

queste donne effettivamente sono profondamente avvicinabili ad altre che

hanno un ruolo analogo all'interno di questo stesso mondo.

Sicuramente questa cosa non è semplicemente indicativa di questa visione,

appunto del Mondo fitness, ma è un'analisi che si potrebbe in qualche

modo espandere a qualsiasi modello di qualsiasi soggetto che in qualche

modo si trova ad essere paragonato e si trova a paragonarsi all'interno

di una realtà cibernetica qual è quella del mondo social.

 

La grammatica dei Gym bro come già denotato ha una forte valenza

estetica; il corpo che non è solo corpo ma merce di scambio ed essenza

individuale, si interfaccia con i trends e con le dinamiche già proposte nei

socials. I Gym bro vivono anche nei social e le loro community nascono

nei socials, è perciò importante notare che vi sono delle regole all'interno

delle stesse community riscontrabili in ogni community che possa essere

chiamata tale.

Una community per essere tale deve avere una grammatica comune,

che però a sua volta è riscontrabile in ogni altra community per il solo

fatto di essere nate e sviluppate nei socials. I socials amano l'esteticizzazione

delle merci, ogni cosa che appare nei socials diviene merce. Anche gli

utenti che non vogliono e non fanno uso dei socials unendosi o seguendo

delle community divengono prodotto utile per i cookies. Ogni elemento

proposto nei socials porta guadagno ed è perciò monetizabile.

Ora le community propongono contenuti accattivanti, ma che in realtà

non hanno del fondamento, sono desiderabili vuoti. Questa produzione

di contenuti chatchy è possibile perché le community sono alimentate e

formate dai medesimi utenti che rimangono soggiogati da questo gioco

che loro stessi hanno, forse involontariamente, creato.

 

L'interrogativo che vorrei proporre è: quanto e dove sia il limite fra

estetica social e mercificazione?

 

Il problema si ingrandisce quando nelle community si propongono delle

esteticizazzioni che dividono gli essenti in un dualismo fanatico. Il ruolo

del corpo femminile e maschile, che appare come un semplice prodotto

esperienziabile tramite socials, non è solo una creazione I.A. ma è davvero

un essente. Certamente filtri e altri modificazioni potrebbero portare un

ulteriore riflessione.

Riflessioni sui film attualmente reperibili (Anche dai gym bro)

Il film Io Capitano incentra una forte critica sociale che si appresta a

mostrare e non a sminuire ma a sdoganare le figure di due giovani genitori

che scelgono di attraversare il Mediterraneo.

La realtà che Garrone sceglie di mostrare non è edulcorata, non mostra

stereotipi che infarciscono o sminuiscono una realtà che perde il senso

umano degli individui che, svuotati, appaiono come macchiette. La figura

politica dei protagonisti che emerge è quella dei migranti che ormai hanno

una loro classe sociale stagna che li denota come elementi omogenei.

Garrone ribalta gli stereotipi che permangono e attraversano la realtà

attuale per ricomporre un quadro molto più complesso e che prende le

voci dei protagonisti. Ho voluto fare un paragone con un importante film

di Pasolini: Porcile.

Porcile ha delle valenze di realismo magico proprio nella scelta di trasporre

i moti del suo protagonista in un epoca arcaica, mostrando delle

analogie con la cultura cattolica, che fanno anche riferimento estetico a

pitture dell'Età moderna. Anche Io Capitano utilizza degli spunti di realismo

magico, prendendo figure oniriche che fanno parte del tessuto culturale

senegalese, per mostrare un mondo surreale e irreale che come in

Porcile non si distanzia dalla realtà, ma ricerca materiale nella nostra realtà

onirica carica di immaginari.

Pasolini è un grande appassionato di arte e letteratura indiana e indoeuropea,

in Romans svela di volersi talvolta astrarre dal reale.

Pasolini utilizzerà spesso la figura del mito per veicolare realtà contemporanee,

utilizzandolo come forma di avvicinamento all'universale, cosa

che anche Garrone in Io Capitano sceglie di creare, ma al contrario, partendo

da una figura stereotipata quale i migranti per arrivare la particolare

dei soggetti che rappresenta.

Gym bro e love stories

Il fenomeno Gym bro ha delle nette rappresentazioni nei siti di incontri,

in cui si possono ritrovare grammatiche comuni che trascendono la

collocazione geografica.

Da mesi io e la mia amica Sofia abbiamo deciso di scaricare due differenti

app di incontri, una è la famosissima Tinder l'altra è la neofita Hinge.

Riguardo questa tematica sono illuminanti i video di uno Psicologo di

cognome Crepaldi che ha proposto vari materiali sull'argomento.

Ritornando al mio soggiorno sulle dating app parto dicendo che la mia

è stata un'avventura peculiare, visto che l'ho intrapresa con un'amica e

non c'era in noi l'intento per cui tali app sono congeniale. Il nostro era un

intento ludico e d'osservazione, volevamo poter avere l'opportunità di scavare

nella mente dei giovani possibili pretendenti che si cercano uno spazio

in quei luoghi virtuali.

È estremamente interessante la grammatica che emerge dalle dating

app, ma anche dai socials perché la scelta delle foto, come delle didascalie,

ha necessità di essere ponderata da un'infinita serie di fattori che tengano

conto anche della finalità di ciò che si sta cercando, che nel caso delle

dating app sono persone; belle persone con cui si può fare sesso, toccare,

baciare e relazionarsi.

 

Galimberti parla spesso in molti dei suoi trattati fra cui Il libro delle emozioni

come attualmente la Gen Z sia sempre più solitaria e poco partecipe

alle relazioni affettive.

Galimberti parla di queste cose perché risponde a quesiti postogli dagli

stessi partecipanti della Gen Z.

Questo è uno spaccato decisivo per formulare un inizio di riflessione

circa il modo in cui si sceglie di rappresentarsi su una app di incontri.

L'essere accattivante è una scelta scontata che porta la possibile scelta a

desiderare di volersi imbattere sul profilo. La forma fisica massiccia apre

una rosa di particolareggiate osservazioni che possono arrivare a molteplici

soluzioni; proverò ad esporre tutte quelle che sono emerse dal mio

studio.

 

La generazione Gen Z o chi si sente entro i fattori formali che incorporano

tale generazione, qualunque cosa voglia dire, hanno un obbligo verso

i socials. I socials per un ventenne di oggi non è un fatto poco rivelante,

è una vetrina obbligatoria e necessaria a cui tutti devono attingere. Se non

hai Instagram è molto difficile per te essere contattato, non è facile ottenere

appuntamenti e soprattutto verificare l'identità. Instagram attualmente

è necessario per comprendere come qualcuno voglia mostrarsi e questo fa

emergere quanto in questa realtà, più che come si è per una serie di fattori

anche estrinsechi a noi, è necessario scegliere come apparire.

Delle volte ci sono minimi mascheramenti, perciò potremmo star di

fronte a un mancato dramma pirallendiano, altre invece c'è una scissione

multipla del soggetto che si dipana in frammenti e che emana auree opposte;

ritornerò fra poco a cosa siano le auree. La musica, il vestiario, i

capelli sono inscrivibili in veri e propri moods: veri stati d'animo differenti

che sono poi richiudibili in emoticon che vanno a dividere esteticamente

ogni soggetto. Immagino che leggere tale parte potrà suonare come

una qualunque parte di La scimmia sulla schiena di Burroughs ma, come ha

insegnato NERO Editions, la parcellizzazione dei predicati è la chiave per

poter pensare ed esprimersi nella realtà attuale.

Ritornando ai siti incontri è importante constatare che alcuni degli uomini

presenti sui siti incontri si sentano necessariamente di volersi esprimere

mostrando il loro torso nudo, un torso estremante allenato. Per elencare

quali siano i soggetti che beneficino o sentano di beneficiare da

questa particolare grammatica dovremmo immaginare che ogni individuo

sia appunto clinicamente fisso, ma essendo io contraria a ciò andrò

ad elencare meglio quali possano sembrare partecipanti.

I ragazzi hanno foto a torso completamente nudo, si esibiscono in brevi

video permessi dal sito Hinge in cui mostrano esecuzioni di esercizi

ginnici. Questo può risultare fonte d'interesse perché darebbe possibilità

di mostrare che tali figuri si prendano cura di sé stessi, cosa che li avvicina

molto al mondo femminile che è nell'immaginario estremamente votato

alla cura del sé. Questi uomini avvicinano l'elemento femminile rimarcando

così le differenziazioni. Non voglio indugiare a dire che possa essere

paura quella che spinga codesti individui a distanziare con tanta veemenza

la differenza con le signore.

Un secondo elemento potrebbe ricadere sul voler mostrare la propria

estrema dedizione, di mostrare come un corpo allenato sia anche baluardo

di una perfetta salute mentale. In svariati siti di crescita personale, oltre

che in video con il medesimo tema, si stagna a gran voce la congiunzione

fra corpo e mente, che si ritrovano suggellati da una rigida schedule in cui

la vita è programmata al millesimo.

La possibilità infinita di ottenere ogni genere di goal impone una necessaria

volontà di arrivo. La volontà di raggiungimento di ogni obbiettivo

dipanata della pluralità dell'esistenza che, sballato da uno stimolo all'altro,

è ardua.

La dipendenza dal consumo di ogni genere di materiale porta a una

dipendenza del capitale come riassunto nell'antologia liquida di Baumann,

in cui ogni essente diviene duplicemente oggetto e oggettificatore degli

stessi oggetti di consumo cui partecipa.

Ascani Marcello noto youtuber ha fondato il suo pensiero proprio in

questa narrazione. Fra i suoi tanti contenuti appaiono illuminati i molteplici

in cui si dedica a mostrare la composizione delle sue schedule; Marcello

illustra nel dettaglio come è capace di prendersi cura nella sua esistenza

professionale e privata fra impegni, obbiettivi da raggiungere e

studio attento di ogni possibile attività atta a raggiungerli.

Marcello mostra come il tempo della sua esistenza sia scandito tramite

rigorose fasce temporali in cui ogni cosa è scandita tramite arbitrio. Lo

youtuber imprenditore si sveglia al medesimo orario, dedica uno spazio in

mattinata alle letture, spesso di natura meditativa.

Prosegue con un ora di smart working, termine famoso in Italia dalla

pandemia in quanto il primo ministro dell'epoca Conte lo usava per edulcorare

o meglio evitare di rendere meno gravoso il lavoro durante la pandemia.

Il suo smart working è un lavoro mirato ed estremamente produttivo

votato ad essere iper-performante.

Marcello pone l'accento su quanto sia importante tramite il corpo arrivare

a migliore i propri stati psichici, rafforzandoli.

L'attività fisica come narrativa nazionale non è nuova nella storia globale,

è stata infatti promulgata in Sud Africa per il superamento dell'apartheid.

Riportando le sue parole: «lo sport ha il potere di cambiare il mondo.

Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di

noi possono fare. Parla ai giovani in un linguaggio che loro capiscono. Lo

sport ha il potere di creare speranze dove c'è disperazione. È più potente

dei governi nel rompere le barriere razziali, è capace di ridere in faccia a

tutte le discriminazioni».

Anche Mussolini ha detto qualcosa sullo sport ma non ho intenzione di

riportarlo perché è uno scritto divisivo dove io sinceramente non ho voglia

di citarlo.

Perciò lo sport come anche riportato in precedenza nell'età greca antica

ha sempre avuto una condensazione, il corpo è una parte inscindibile

dell'umano, non c'è possibilità di separazione. Sicuramente la visione del

corpo come subordinato alla nostra essenza psichica, che sarebbe la vera

costruttrice di mondi, è sottinteso.

Il corpo ha una valenza in quanto ci permette di essere caparbi, forti,

riflessivi, spavaldi, allenati alle vicissitudini dell’esistente.

 

A questo punto volo su una nuova riflessione tratta da un libro antico

ma con vista lungimirante ovvero Le porte della percezione di Aldous Huxley.

La prima edizione risale al 1954, il libro dialoga su come attraverso

l’uso della Mescalina, droga nota agli indiani del Messico, si potessero

aprire degli stadi psichici nuovi.

Il focus che riporto è per mostrare la dissonanza fra corpo come divisione

fra anima e corpo e corpo come unità. Questa è una specifica che

oggi risalta più facilmente fra i saggi sull'argomento ma che non aveva la

medesima attenzione in passato. Lo stato organico delle cose nel passato

determinava le dissonanze psichiche e ciò porta ad un enorme paradosso,

ovvero che mentre la mente era la chiave dell'umano ed era distante dal

corpo, quest'ultimo con le sue singole parti rendeva possibile la modifica

e la differenziazione dei diversi stadi psichici.

Sono curiosi infatti i lunghi elenchi in cui il libro rivaluta storie del passato

in cui sono presenti elementi di alterazioni mentale ricomponendole

in un quadro clinico. Gli avvenimenti di disordine psichico avevano origini

mediche. Il mal di denti, riprendendo dal testo, era una consuetudine

all'epoca ed essendo che noi contemporanei abbiamo assolutamente idea

di cosa comporti possiamo comprendere che molti stati alterati riportati

nel medioevo e successivo fossero dovuti all’aggravarsi del problema non

curato o smussato da antidolorifici.

Tutto ciò per arrivare al fatto che l'uso di droghe come la mescalina

portano a una volontà di mutazione dello stato, in cui compenetra però

una moltitudine di realtà sensoriali non sottraibili.

 

Il fenomeno dei Gym bro ha una particolare forza in una voluminosa

serie di azioni che vedono una mistura di atti psichici e fisici che si modellano

e si compiacciono insieme.

Il corpo oramai ha la valenza della casa, non c'è peculiarità dello spazio

in quanto i luoghi sono appiattiti dalla feroce spinta dell'umano che non

deve avere delle determinazioni collocatesi con il suo passato, ma deve

predisporlo verso il futuro. La peculiarità dei luoghi non ha così importanza

quando vi è una volontà estrema all'auto-organizzazione che non è

più votata a concretizzarsi con l'altro.

L'estetica classica che aveva come matrice essenziale il dover esperienziare,

e per farlo c'era necessità della temporalità e del gruppo, ora è deficitaria.

Il solo soggetto essente deve sobbarcarsi il ruolo del vivere, dell'esperienziare

per sé in un limite di tempo che trova congruo.

Gli spazi urbani s'articolano nella più minimale forma che garantisca il

soddisfacimento di tali volontà. Ormai le peculiarità del luogo in cui si

pensa non si sia solo collocati geograficamente assume connotati liquidi.

Il cibo diventa proteico e disseminato dappertutto, i gusti sono secondari

subordinati al desiderio di profitto. Quest'ultimo accento ha una particolare

rilevanza se ricollegato all'importanza culturale che riveste il cibo Italia.

L'Italia, anche per revisione che lei stessa ha valuto cedere di sé su Google,

è una penisola conosciuta per l'importanza delle sue opere artistiche

e aggiungerei di quelle culinarie. Faccio questo accento perché non voglio

cedere alla tendenziosa nozione, che spero essere estinta, che propone

una distinzione in arte bassa e alta, che oramai non si concilia con altro

che con il profitto.

L'arte culinaria ha sempre avuto per l'Italia un ruolo egemone; il cibo

è un atto comunitario. Grazie al desidero di comunicare tramite il cibo,

in Italia, si sono creati gruppi di maestranze non organizzate come le

sfogline. Il cibo non può essere riassumibile, specie se protratto a un dialogo

nell'arte, come esule navigante. La cucina ha un ruolo storico e come

potrebbe mai dire Brunelleschi è parte della lunga catena che compone la

cultura. Perciò, senza immedesimarmi nel ruolo di ogni soggetto singolare,

mi rimane un interrogativo:

 

Quale ruolo deve lasciare la cucina nell'oggi?

 

I Gym bro sono uno strano concetto, nato perché delle volte si diventa

curiosi di ciò che non ci assomiglia, di quello che non ci appartiene. Io

sono una piccola ragazza sulla ventina che non ha mai fatto sport se non

pigramente nell'infanzia.

I fenomeni che mi appaiono fra il quotidiano e il digitale mi creano

sinceramente dell'allegria. Sull'allegria, ma specie sull'allegria, nell'arte

vorrei poterne scrivere in seguito.

 

Credo che il mondo che si stagna sotto gli occhi di tutti non sia solamente

frutto dei nostri occhi e questa è una cosa banale, ma che talvolta

non è ben praticata. Sento una forte sofferenza nel voler mostrare solo il

proprio dominio della ragione e della visione, non orbitano nemmeno

vicino a fenomeni che non ci interpellano qualche globulo.

L'arte ha un naturale potere, essendo un potere è difficile spiegare la

sua essenza concretamente; l'arte ha appunto un potere metafisico, trascendentale,

di essere umana ma di trascendere anche il suo stesso essere.

Vivo a Venezia, vivevo, meglio, fortunatamente e c'era uno striscione,

molti striscioni, ingombrante per la città; diceva che l'arte chiama, ma

ottiene troppe risposte. Le frasi non sono letterali ma io l'ho riassunta

nella testa così.

L'arte allora si apre ad essere possibile a chi la crea oppure a chi la

pratica; l'arte ha un'implicazione infinita di significanti e la cosa che mi

rende meraviglia è che nell'antico l'arte era la padronanza della tecnica,

nella classicità diviene arte in quanto già strutturata a particolare tecnica

ovvero la tecnica scultorea, pittorica, ecc per poi nella contemporaneità

aprirsi a una moltitudine di attributi.

L'arte ora è diventata un'attitudine che si riappropria, forse di uno solo

stilema, dell'accezione antica ovvero la padronanza, ma la padronanza

non è di una tecnica ma della capacità di saper mostrare di essere capaci

in essa. L'arte non ha più un posizionamento netto su una disciplina perché

allora sarebbe doveroso vi fossero materiali e tecniche ove esprimerla,

ma la capacità del soggetto di far percepire che in quel momento, più o

meno impercettibilmente, ci sia.

Allora parlare di Gym bro, esserlo, forse, smarrisce nel marasma, forse

è parte di quella grande famiglia di descrizioni prese tutte sotto il nome di

Arte, forse vi si partecipa anche solo nel momento in cui manca un collocamento

vero, chi lo sa, forse questo chiamerà qualcuno. Spero che lo farà

e che possa essere una chiamata gioiosa.

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